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Ospedali a misura di bambino: nasce la certificazione.

Ospedali a misura di bambino: nasce la certificazione.

Il 10 ottobre 2016 al Ministero della Salute è stato presentato il Manuale per la Certificazione della “Carta dei Diritti dei Bambini e degli Adolescenti in Ospedale” di ABIO/SIP per la certificazione di ospedali che siano “all’altezza dei bambini”.

La qualità del servizio offerto ai pazienti pediatrici e alle loro famiglie è valutata sulla base dell’adesione ai principi della Carta dei diritti del bambino e dell’adolescente in ospedale . Si valuta, cioè, la capacità delle strutture di rispondere in maniera adeguata alle esigenze specifiche dei pazienti dell’età evolutiva.

L’idea della certificazione nasce dall’intento di concretizzare i principi esposti nella Carta, considerati irrinunciabili, per far sì che il percorso di cura diventi davvero a misura di bambino in tutta Italia (Qui la lista degli ospedali certificati).

In cosa consistono dunque questi standard di qualità?

Un ospedale che sia all’altezza dei bambini deve riconoscere in primo luogo la centralità del paziente stesso e la sua irriducibilità al paziente adulto.

http://www.allaltezzadeibambini.org/

http://www.allaltezzadeibambini.org/

Le peculiari caratteristiche fisiche, psichiche ed emotive dei pazienti in crescita richiedono la presenza di personale adeguatamente formato e specializzato e, non in ultimo, la possibilità di essere ricoverati in reparti che siano ad essi dedicati in maniera esclusiva (che abbiano un arredamento “a misura di bambino” e che prevedano il ricovero di soli pazienti pediatrici) . Devono essere messi in condizioni di poter vivere nel migliore dei modi possibili la propria socialità, attraverso momenti ricreativi e di gioco e la possibilità di ricevere le visite dei propri coetanei. Devono poter aver accanto, senza limiti di orario, le persone che rappresentano per loro un punto di riferimento importante (generalmente i genitori o un sostituto di loro gradimento). Il rispetto della loro intimità, della loro privacy e la conseguente tutela dalle situazioni umilianti e dall’esposizione fisica sono altri aspetti considerati irrinunciabili per la cura degli interessi del minore in ambito ospedaliero. Così come, dal punto di vista terapeutico, un adeguato trattamento del dolore (troppo spesso ignorato in età pediatrica) e una completa informazione sui trattamenti e sul decorso della malattia. La comunicazione coi medici, infatti, deve coinvolgere sia la famiglia che il paziente stesso, in maniera direttamente proporzionale alle sue capacità e competenze, in modo da poterne garantire la progressiva inclusione nei processi decisionali che lo riguardano.

La proposta della Certificazione come strumento di valutazione e miglioramento delle strutture pediatriche, oltre ad essere un’importantissima iniziativa volta a tutelare gli interessi dei pazienti e delle loro famiglie, è l’innegabile manifestazione di un grande cambiamento, tuttora in atto, nel modo di intendere e trattare le persone che ancora non hanno compiuto la maggiore età.

Elevare i diritti del paziente minore enunciati nella Carta a standard di qualità è, infatti, indicatore di un profondo mutamento culturale:

  • ribadire la centralità dei bambini e degli adolescenti all’interno della relazione terapeutica significa riconoscerne in primo luogo la dignità di soggetto. I bambini non sono più “oggetti di cura”, non sono soltanto corpi su cui altri decidono. Sono soggetti coinvolti attivamente in ciò che li riguarda in prima persona, che devono essere informati di quanto accade e accadrà al proprio corpo e devono essere coinvolti nei processi decisionali in maniera progressiva e direttamente proporzionale allo sviluppo delle loro facoltà e capacità;

 

  • riconoscere l’irriducibilità del paziente pediatrico a quello adulto e l’esistenza di esigenze specifiche a cui solo personale adeguatamente specializzato può rispondere, rappresenta inoltre un forte segnale di abbandono del cosiddetto paradigma “adultocentrico”. Tale paradigma vedeva i bambini come degli “adulti in miniatura” e i loro bisogni venivano dunque ridimensionati e affrontati in una chiave esclusivamente quantitativa più che qualitativa. È proprio questo riconoscimento delle differenze tra adulto e minore, del resto, ad aver determinato la progressiva autonomizzazione della medicina pediatrica come disciplina a sé.

 

L’abbandono dell’adultocentrismo in funzione di un approccio “puerocentrico” si conferma, dunque, come l’irrinunciabile punto di partenza di una medicina finalizzata a perseguire in maniera adeguata il benessere e la salute dei bambini e degli adolescenti, migliorando i servizi ad essi dedicati con un’attenzione mirata alle loro esigenze e alla loro crescita.

 

Per un approfondimento sul tema, consigliamo la lettura del post “Tutela degli interessi di un minore in ambito medico-sanitario”

 

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