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Minori, veganesimo e coscienza alimentare

Minori, veganesimo e coscienza alimentare

Nelle ultime settimane la cronaca nazionale ha raccontato le storie di due minori gravemente malnutriti poiché sottoposti a presunte diete vegane, così restrittive da comprometterne la salute e la crescita regolare. Un bimbo di un anno, residente a  Milano, trovato gravemente sotto peso e con livelli di calcio ben al di sotto della soglia minima e una bambina di due anni di Genova, scarsamente reattiva, anche lei gravemente sottopeso. Questi casi ricordano quello di poco più di un anno fa, avvenuto nella provincia di Pisa, di un bambino di soli 11 mesi trovato in uno stato di grave denutrizione qualitativa e con un preoccupante quadro clinico di regressione neurologica.

In tutti questi casi le drammatiche condizioni di salute dei bambini sono state collegate ai regimi alimentari a cui sono stati sottoposti dai loro genitori che, da più parti, sono stati definiti come vegani. In realtà, più che per il regime alimentare in sé, le gravi ripercussioni sulla salute di questi bambini sembra siano connesse a scelte prive di criterio, compiute senza le conoscenze e le consulenze adeguate per poter garantire loro un’alimentazione equilibrata e completa.

Come sappiamo l’alimentazione vegana prevede la totale eliminazione di prodotti di origine animale dalla dieta. Accese e di vario tipo sono le discussioni in ambito scientifico in merito all’opportunità di far seguire un simile regime alimentare ai bambini nelle primissime fasi dell’età evolutiva. E’ proprio nei primi anni di vita, infatti, che un’alimentazione incompleta potrebbe compromettere, spesso in maniera irreversibile, il loro corretto sviluppo fisico e mentale.

Al di là delle differenti posizioni di principio sul veganesimo, emerge  la fondamentale importanza di assicurarsi che la dieta scelta per il proprio figlio consenta l’assunzione di tutti gli elementi necessari a garantirne crescita e salute. Più che essere un’occasione per demonizzare, in astratto, uno specifico regime alimentare, notizie di questo genere dovrebbero spingerci a riflettere con maggiore attenzione sull’enorme carico di responsabilità connesso alle scelte che i genitori compiono per conto dei figli e sulla necessità che tali scelte siano il più possibile consapevoli e informate. Un adeguato regime alimentare è fondamentale per il benessere di un individuo per motivi che vanno ben oltre le semplici questioni di gusto, le convinzioni religiose o le “identità culturali”. In un mondo in cui l’iperalimentazione e l’obesità infantile sono l’altra faccia della cattiva coscienza alimentare del mondo occidentale, diventa fondamentale che i genitori, in materia di alimentazione (e non solo), siano responsabili, informati e consapevoli di compiere delle scelte per conto di un’altra persona che, di quelle scelte, subirà nel bene e nel male le conseguenze sul proprio corpo e sulla propria mente.

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