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La donazione di gameti, le polemiche e il fallimento del Fertility Day

La donazione di gameti, le polemiche e il fallimento del Fertility Day

La Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) con donazione di gameti, meglio nota come fecondazione eterologa, consente di diventare genitori grazie all’utilizzo di gameti -siano essi ovociti o spermatozoi- di un donatore.

La pratica è stata introdotta legalmente nel nostro Paese nel 2014 a seguito della dichiarazione di incostituzionalità del suo divieto, specificato all’articolo 4 comma 3 della legge 40 del 2004 (qui un dossier sulle modifiche progressive del testo della legge dal 2004 al 2015).

Nonostante siano passati ormai due anni, le possibilità di accesso alla pratica nel nostro Paese sono molto difficoltose e limitate e richiedono tempi di attesa molto più lunghi che all’estero. Uno dei più grandi problemi è la carenza di donatori.

In Emilia Romagna per far fronte a questo problema il Servizio Sanitario Regionale ha recentemente lanciato una campagna informativa e di sensibilizzazione per la donazione di gameti maschili e femminili. Sono Oltre 700 le coppie attualmente inserite nelle liste d’attesa per l’eterologa nei Centri pubblici dell’Emilia-Romagna; 28 le gravidanze avviate, 12 i nati (dati anno 2015 e 1° semestre 2016). La campagna è intitolata “Il tuo dono, la loro felicità” ed è finalizzata ad informare gli aspiranti donatori per incoraggiare la donazione, in forma anonima e gratuita, ancora troppo esigua per garantire un sufficiente numero di gameti.

L’attuale disponibilità di spermatozoi e ovociti non consente infatti di soddisfare le richieste di tutte le coppie che vogliono ricorrere alla fecondazione assistita eterologa. L’egg sharing (letteralmente, “condivisione degli ovociti”) o lo sperm sharing (“condivisione dello sperma”) possono aiutare a soddisfare alcune delle richieste attraverso la disponibilità da parte di uno dei due componenti della coppia ricevente ad essere a sua volta donatore di gameti per un’altra coppia. Questa soluzione non sempre è praticabile, soprattutto per gli ovociti che, vista l’età sempre più elevata delle coppie richiedenti, hanno un’età troppo avanzata. Del resto sono proprio gli ovociti, vista la maggiore complessità del loro prelievo, ad essere ricercati con maggiore urgenza.

Proprio per questo motivo la Regione Emilia-Romagna ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale europea un bando di interesse per individuare banche specializzate nella fornitura di gameti, in particolare di ovociti. Al bando, che si è chiuso il 22 settembre scorso, potevano partecipare banche italiane e straniere in possesso dei requisiti di sicurezza al trattamento delle cellule riproduttive previsti dalle normative europee, dell’idonea assicurazione per la copertura di danni eventualmente causati durante il servizio di fornitura dei gameti ai Centri di PMA e la garanzia che l’acquisizione dei gameti da parte della banca sia altruistica e volontaria. Cinque le manifestazioni di interesse pervenute dall’estero. Per ogni confezione di ovociti necessaria per una procedura di fecondazione eterologa si prevede un rimborso alla banca fornitrice tra i 2000 e i 2500 euro, per le spese di trasporto e per i costi sostenuti per lo svolgimento delle analisi e degli esami necessari. Il fabbisogno annuale per l’Emilia-Romagna è stimato attualmente in 150 confezioni di ovociti dall’estero (Qui i dettagli del bando).

Il bando ha scatenato una violenta polemica da parte cattolica. L’arcivescovo Carlo Cafarra si è espresso in termini assai severi definendo il fatto come aberrante.

Ad essere sotto accusa, in realtà, non è solo la ricerca dei gameti attraverso il bando: è proprio la PMA eterologa ad essere considerata aberrante poiché “scardina la genealogia della persona dalla genealogia naturale”. Una simile obiezione mostrerebbe la presunta irrinunciabilità per ciascuno di noi di conoscere le proprie origini e, dunque, i propri genitori biologici. L’eterologa sarebbe imputata di distruggere le “relazioni dentro le quali una persona cresce armoniosamente”, sulla base di una intenzionale quanto indebita confusione tra la genitorialità biologica e la genitorialità sociale. Solo alla seconda, infatti, è imputabile la possibilità o meno per ciascun individuo di crescere armoniosamente in un tessuto di relazioni umane e familiari, mentre la prima indica nulla più che l’origine biologica del nostro patrimonio genetico.

Sebbene sia consueto osservare situazioni familiari in cui i genitori sono tali in entrambi i sensi (sono cioè sia genitori biologici dei loro figli, che le persone deputate a prendersene cura e a crescerli) è opportuno tenere ben distinti questi differenti significati di genitorialità e ricordare che non è scontato che alla genitorialità biologica consegua quella sociale. Se la vicinanza ai genitori biologici fosse un’irrinunciabile precondizione per la possibilità di vivere una vita piena e soddisfacente, pratiche come l’adozione, socialmente approvate e incoraggiate, dovrebbero essere considerate negative perché lesive dell’armonica crescita dell’individuo e irrispettose della sua genealogia naturale.

L’aspra critica dell’arcivescovo si concentra poi sul desiderio di genitorialità delle coppie sterili, delegittimandolo, e bollando come un capriccio la pretesa che anche a loro venga garantita la possibilità di diventare genitori. Una possibilità che, per l’arcivescovo, viene assicurata attraverso il deprecabile “uso di denari pubblici per comprare uomini”.

L’equiparazione dei gameti agli esseri umani è un classico della morale cattolica che afferma la legittimità di questo parallelo sulla base delle potenzialità del gamete di dare origine a un individuo umano. Ma l’arcivescovo, che mostra di conoscere bene i rischi di insuccesso della PMA (che coincidono, in parte, anche con quelli di una “normale” gravidanza) e non manca di elencarli a presunto demerito della pratica, non fa altro che elencare motivazioni che dimostrano l’inconsistenza dell’argomento della potenzialità.

Non sempre la potenzialità dei gameti di diventare persona si attua, e le possibilità di insuccesso della fecondazione ne sono una dimostrazione. Non sempre un gamete diventa persona, anzi, a pensarci bene…quasi mai! Considerato il ciclo di vita degli individui, il numero di anni in cui è fertile e la media dei figli per ciascun individuo…possiamo dire che la maggior parte dei gameti prodotti dal singolo non diventano affatto persone per il solo fatto di averne la potenzialità.

Le critiche dell’arcivescovo, oltre ad essere basate su assunzioni di principio difficilmente condivisibili, sono ingiustamente discriminatorie nei confronti delle persone che, per vari motivi, non possono diventare genitori attraverso “il metodo naturale”, ossia l’unione dei gameti attraverso l’atto sessuale.

L’importanza delle nuove tecniche riproduttive risiede proprio nella capacità di aumentare il numero di opzioni a disposizione dell’individuo, consentendo anche a chi prima ne era impossibilitato di diventare genitore: persone affette da anomalie genetiche trasmissibili, coppie in cui uno dei due componenti è sterile, coppie sterili “nel loro insieme” perché composte da due individui dello stesso sesso, hanno la possibilità, grazie alla PMA eterologa (eventualmente anche in combinazione con la Gestazione Per Altri) di diventare genitori. Il rifiuto di queste pratiche in virtù della loro “innaturalità”, sostenendo un primato morale del tradizionale modo di avere figli in quanto “naturale”, è difficilmente accoglibile perché basato sulla indebita assunzione che un atto naturale sia anche intrinsecamente buono.

A meno di un mese dal Fertility Day, l’iniziativa dell’Emilia Romagna, e anche i commenti negativi che ne sono seguiti, sono un ulteriore indice di fallimento della campagna fortemente voluta dalla Ministra della Salute Beatrice Lorenzin.

La PMA eterologa è una tecnica riproduttiva legittima e legale nel nostro Paese, tanto che a luglio scorso è stata ufficialmente inserita nei LEA, livelli essenziali di assistenza, ossia le prestazioni a carico del Servizio Sanitario Nazionale su tutto il territorio. La difficile accessibilità alla pratica e i feroci giudizi morali rivolti a chi ne fa richiesta fanno comprendere la necessità di parlare in maniera seria di salute riproduttiva, con un approfondimento specifico sulle tecniche di fecondazione assistita e una particolare attenzione all’incoraggiamento alla donazione di gameti per supportare le nuove modalità del nascere. Necessità che la Ministra non ha considerato evidentemente prioritarie, troppo impegnata a declinare ogni responsabilità sulla penosa campagna promozionale dell’evento.

Leggi anche:  La Gestazione Per Altri e la tutela delle donne

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