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E’ di poco fa la notizia che Fabiano Antoniani, conosciuto anche come DJ Fabo, è morto. Cieco e tetraplegico dopo un grave incidente che nel 2014 lo ha reso ostaggio del proprio corpo, Fabiano è diventato noto ai più a seguito del suo appello al Presidente della Repubblica Mattarella. Un appello rimasto inascoltato, in cui chiedeva un suo intervento per […]
E’ di poco fa la notizia che Fabiano Antoniani, conosciuto anche come DJ Fabo, è morto. Cieco e tetraplegico dopo un grave incidente che nel 2014 lo ha reso ostaggio del proprio corpo, Fabiano è diventato noto ai più a seguito del suo appello al Presidente della Repubblica Mattarella. Un appello rimasto inascoltato, in cui chiedeva un suo intervento per […]
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E’ di poco fa la notizia che Fabiano Antoniani, conosciuto anche come DJ Fabo, è morto.
Cieco e tetraplegico dopo un grave incidente che nel 2014 lo ha reso ostaggio del proprio corpo, Fabiano è diventato noto ai più a seguito del suo appello al Presidente della Repubblica Mattarella. Un appello rimasto inascoltato, in cui chiedeva un suo intervento per sollecitare la regolamentazione dell’eutanasia attraverso una legge sul fine vita che garantisca a ciascuno la libertà di decidere fino alla fine.
Ed è proprio l’hashtag #LiberiFinoAllaFine a diventare il motto della battaglia di Fabiano Antoniani, sostenuto dall’Associazione Luca Coscioni, che con la campagna Eutanasialegale chiede a gran voce una legge per la tutela del diritto all’autodeterminazione del paziente sino alla fine, facendo emergere le testimonianze dei cittadini italiani che chiedono l’eutanasia e che sono ormai ostaggio di una vita in cui non si riconoscono più e di uno Stato che pretende di decidere cosa sia meglio per loro, condannandoli ad un’esistenza che non considerano più dignitosa/accettabile/sopportabile.
Tra le facili considerazioni di chi parla della vita altrui senza affrontare in prima persona le conseguenze del proprio vitalismo, tra le voci di chi ha sollevato il dubbio che il desiderio di morire di quest’uomo fosse legato ad una disperata richiesta d’amore e di attenzione che il supporto dei familiari e della fidanzata rendono privo di senso -oltre che irrispettoso-, tra quanti hanno la pretesa che la propria visione del mondo debba avere sempre la meglio anche su quella dei diretti interessati, nel più totale silenzio delle istituzioni, Fabiano Antoniani si è dovuto recare in Svizzera per poter vedere riconosciuta la sua volontà di non vivere più immobilizzato a letto “in una lunga notte senza fine”.
E’ veramente uno strano paese il nostro. Un Paese in cui qualcuno è sempre pronto a sventolare il vessillo della libertà di coscienza per legittimare la negazione dei diritti altrui (pensiamo all’obiezione di coscienza, al centro di numerose polemiche negli ultimi giorni) e pronto ad ammainarlo proprio quando più avrebbe senso tenerlo ben alto: quando cioè qualcuno desidera decidere della propria vita e del proprio corpo come meglio crede.
Sit tibi terra levis, Fabiano, avresti meritato di vivere in un Paese capace di tutelare e rispettare le volontà dei suoi cittadini.
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